State tutti per scoppiare? No problem!
Martedi 7 Ottobre 2008, preso il Cinema Adriano di Roma, Medusa Film ha presentato in anteprima il nuovo lavoro di Vincenzo Salemme, il film “No problem”, commedia dai toni leggeri ma con una riflessione umana sul mondo dello spettacolo ed in particolare sul fenomeno ormai diffuso in Italia delle fiction televisive.
Protagonista è Arturo Cremisi (Salemme), che nel film è interprete di una fortunata serie televisiva dal titolo “Un bambino a metà” in cui appare come un padre ideale nel ruolo di Alberto. I primi istanti della pellicola lo mostrano mentre gira col suo figlio fittizio Mirko, interpretato dal giovanissimo e presuntuoso Federico (Giulio Maria Furente). Nella serie tv, tra padre e figlio c’è un amore sconfinato. Ma dopo pochi minuti, a quelle scene di grande umanità, caratterizzate da ascolto, comprensione, dedizione, segue l’ennesimo litigio tra gli attori, fatto di grida, egoismi e competizioni. A curare la carriera di Federico è la madre Barbara (Iaia Forte), che vanta conoscenze importanti nella produzione della serie. Agente di Arturo, invece è lo sconclusionato Enrico Pignataro (Sergio Rubini).
Un giorno, nella vita di Arturo entra in scena un bambino di sei anni di nome Mirko (Leonardo Bertuccelli) che ha appena perso il padre (di nome Alberto) e ha per famiglia una madre giovane, bella e ribelle (Aylin Prandi) ed uno zio squinternato che entra ed esce dalle cliniche psichiatriche (Giorgio Panariello) il quale, in un film che gioca molto sulle crisi e gli scambi d’identità ne rappresenta senz’altro l’apoteosi. Finzione e realtà si confondono al punto che, per una sorta di transfert, complici anche le coincidenze di nomi, Mirko (fan della serie televisiva) sceglie Arturo come padre. L’ossessiva richiesta d’amore del bambino, l’attenzione del pubblico intorno all’insolita vicenda, i pressanti suggerimenti di Enrico di sfruttare l’interesse dei media, costringeranno Arturo ad interpretare anche nella vita il ruolo della fiction. Emblema di questi temi chiave, quello della realtà e quello della finzione, l’immagine del vino, che ritorna più volte in occasione del corso da sommelier seguito da Arturo: il vino che porta alla risata, sciogliendo i momenti di tensione ma forse che porta anche alla verità, togliendo le maschere.
Notevole come, attori di formazioni artistiche e provenienze regionali diverse, ciascuno contraddistinto da una propria comicità ed ironia, riescano a lavorare insieme creando uno staff così ben amalgamato; testimoni gli stessi interpreti che dicono di essersi divertiti tanto sul set.
Laura Mancini