Riscoprirsi lungo una strada iconica. Intervista all’autore Eugenio Alaio

Eugenio Alaio sarà tra i protagonisti dell’evento Nuove voci, nuove visioni: gli autori SBS Edizioni, promosso da SBS Edizioni al Salone Internazionale del Libro di Torino, previsto in Sala Nuovi editori, al Padiglione 1, domenica 18 maggio dalle 14:30 alle 15:30. Il suo romanzo “Isabela” racconta il viaggio trasformativo di una donna lungo la Route 66. Sarà anche presente allo stand di SBS Edizioni postazione E36, padiglione 1 per firmacopie e dialoghi informali con i lettori. Ne parliamo in anteprima con l’autore, in un’intervista che vi sottoponiamo di seguito.

Isabela” racconta il viaggio di una donna lungo la Route 66. Qual è il legame tra movimento fisico e trasformazione interiore nella tua narrazione?

«Motivo di fondo del romanzo è il forte legame tra il viaggio fisico e la trasformazione interiore della protagonista. Il viaggio lungo la Route 66 rappresenta non solo un’esplorazione geografica, ma anche un percorso di crescita personale. Isabela, come altri personaggi, vive esperienze che la portano a confrontarsi con culture diverse, ambienti sconosciuti e sfide inaspettate. Questi elementi del viaggio contribuiscono alla sua evoluzione, spingendola a ridefinire il proprio senso di libertà, indipendenza e identità. Il lettore può sperimentare il viaggio fisico nei panni della protagonista. Il movimento attraverso gli spazi fisici si riflette quindi in una trasformazione interiore: ogni luogo attraversato, ogni incontro, e ogni ostacolo superato diventano tappe del suo cambiamento emotivo e psicologico. Il viaggio non è solo un modo per esplorare il mondo esterno, ma anche un’opportunità per Isabela di scoprire se stessa e i suoi desideri più profondi. Ma la sua natura libera e indipendente permarrà».

La protagonista sembra sospesa tra ciò che è stato e ciò che potrebbe essere. Quanto ti sei riconosciuto in lei durante la scrittura?

«La protagonista vive in un equilibrio precario tra passato e futuro, tra le radici che la legano alla sua storia e il richiamo di nuove possibilità, ma sua natura avrà il sopravvento.

Non mi sono riconosciuto in lei durante la scrittura. A me piace raccontare di donne, anche immaginarie. È naturale che quando si tratta di scegliere, durante la narrazione, c’entro un po’ anche io.

Dopo l’uscita del libro, quali temi o passaggi hanno generato più confronto con i lettori?
Particolarmente il senso di libertà e indipendenza di Isabela, il suo rapporto con il viaggio come metafora di crescita personale, il suo modo di gestire le relazioni affettive. Eppoi il libro è un ottimo spunto per costruire un viaggio itinerante sulla strada madre».

Che valore ha per te portare questo romanzo a Torino, in un evento collettivo come Nuove voci, nuove visioni?

«Portare “Isabela” a Torino, in un evento collettivo come Nuove voci, nuove visioni, rappresenta un’occasione speciale per condividere la storia con un pubblico più ampio e inserirla in un contesto di dialogo e confronto. È un’opportunità per vedere come il romanzo si intreccia con altre voci emergenti, scoprire quali aspetti della storia risuonano maggiormente nei lettori e ascoltare nuove interpretazioni del viaggio interiore di Isabela».

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