Il pianoforte: cenni biografici e caratteristiche
Uno degli strumenti a corda più amati in Occidente è il pianoforte. In esso le corde non sono visibili e vengono percosse da martelletti azionati premendo con le dita sopra una tastiera; esiste il tipo a coda e quello verticale, con o senza gambe.
Pianoforte, un po’ di storia
Il pianoforte deriva dalla fusione del clavicembalo, uno strumento a pizzico, con il clavicordo, che invece è uno strumento a tocco e la sua ideazione, nel XVIII secolo, viene attribuita a Bartolomeo Cristofori, il quale si occupava di curare alla corte dei Medici la collezione di strumenti musicali del figlio del Granduca di Toscana Cosimo III.
L’invenzione fu descritta per la prima volta da Scipione Maffei nel 1711, nella sua relazione sul “Gravicembalo col piano e col forte” pubblicata sul “Giornale dei letterati d’Italia”, mentre Francesco Maria Mannucci riferì in un racconto scritto l’episodio in cui Cristofori si recò in fretta nelle Stanze Reali per mostrare al Gran Principe Ferdinando un primo esemplare da cui sarebbe derivato successivamente il pianoforte; di questo primo prototipo purtroppo si sono perse le tracce.
Le origini del nome
Il termine ufficiale utilizzato al tempo era “arpicimbalo che fa il piano e il forte”, da cui derivò l’attuale definizione, anche se in Francia ed in Germania fu chiamato in seguito “forte-piano”. Il nuovo strumento poteva graduare le sonorità e fu questa la particolarità che rispose alle esigenze musicali del momento. La terminazione interna dei tasti incontra il martelletto per mezzo di una leva a bilancia che, alzandosi da una parte spinge il martelletto contro le corde, abbassandosi dall’altra fa scendere lo smorzatore liberando le corde dalla pressione del martelletto che così ricade su se stesso mentre lo smorzatore si rialza interrompendo l’oscillazione delle corde che produce il suono. Al sistema originale che abbiamo descritto furono col tempo apportati dei miglioramenti. Dalla fabbrica di A. Stein ne uscirono 700 esemplari tra cui il primo utilizzato da Mozart.
La diffusione dello strumento
La casa editrice di musica Longman & Broderip esercitò il commercio di strumenti musicali a Londra nella seconda metà del ‘700 e fallì nel 1798 diventando in seguito Collard & Collard e produsse dei pianoforti raffinati che seguivano la tradizione in legno inglese, con intarsi raffiguranti decorazioni floreali.
I primi pianoforti erano realizzati tutti a coda, mentre il modello verticale fu ideato nel 1739 da Domenico Del Mela, un prete, ma circa 60 anni dopo si appropriò del brevetto di questo prototipo un americano, Hawkins, che passò per inventore di tale novità.
Come è fatto il pianoforte
La tastiera, che misura in totale 80 cm circa inizialmente veniva realizzata in avorio per quanto riguarda i tasti bianchi e in ebano quelli neri e l’estensione era normalmente di 7 ottave da una nota la all’altra, cosicché i tasti risultavano in totale 50, lunghi circa 12 cm e larghi 2, con 3 corde per tasto. I pedali posizionati all’altezza dei piedi del suonatore che sta seduto davanti allo strumento, servono ad amplificare e smorzare il suono prolungando la risonanza delle corde (pedale “forte” o diminuendola (pedale “piano”), mentre il pedale detto “sordina” attutisce molto il suono allo scopo di potersi esercitare meno rumorosamente. La cassa, ovvero il “mobile” che costituisce lo strumento, comprende il fondo, il coperchio, le fasce, le gambe e nei modelli verticali il cancello. Le corde sono disposte orizzontalmente nei pianoforti a coda e verticalmente negli altri.
Laura Mancini