DAL TAMBURO ALLA BATTERIA

Strumento a percussione di origine persiana tra i più diffusi nei popoli primitivi, il tamburo ha un nome che deriva dall’arabo tambur e si riferisce a numerose varianti dello strumento. Ma il vero tamburo si trova specialmente tra i popoli africani e melanesiani ed ha la forma di un recipiente cilindrico, emisferico o più o meno regolarmente biconico (tamburo a clessidra); generalmente è realizzato in legno o metallo e più raramente se ne trovano esemplari di terracotta. Una membrana è tesa su una delle estremità o su entrambe ed è fissata con dei chiodi o cuciture fatte di cordicelle. Sopra la membrana inferiore inoltre sono tese due corde di budello che vibrano per simpatia. Il suono è ottenuto percotendo la parte superiore mediante due bacchette apposite o direttamente con le mani o i piedi…

Altro strumento a percussione è il piatto, costituito da due dischi di ottone o di bronzo incavati nella faccia interna e da due maniglie esterne fissate al centro. Le due parti vengono percosse o strisciate l’una contro l’altra. L’altezza e l’intensità del suono sono in rapporto col diametro del disco. L’origine dei piatti risale al 1200 a.C. circa in Asia Minore ed erano utilizzati nei riti in onore delle divinità mentre in questo stesso periodo in Egitto nasceva il sonaglio detto crotalo; nel 1100 a.C. erano in uso presso gli Ebrei e nel VII secolo comparvero in Assiria. Abbiamo degli esempi di piattini da sonagli tra gli strumenti archeologici e l’uso che se ne faceva era più o meno lo stesso dei moderni piatti: o erano montati su di una forcella con manico dove battevano l’uno contro l’altro oppure venivano tenuti, mediante un laccio di cuoio, una coppia per mano e suonati come le odierne nacchere. I modelli simili per forma e dimensioni a quelli attuali comparvero tra il XIII ed il XIV secolo, erano più sottili ed avevano un diametro di 20-25 centimetri.
Arriviamo dunque a parlare della batteria: con questo termine si indica in musica generalmente il complesso degli strumenti a percussione di uso orchestrale e comprende appunto i tamburi, il sistro, i piatti, il triangolo e simili. Nella batteria i piatti sono sospesi mediante un’asta metallica; questi ed i tamburi vengono suonati oltre che con le bacchette con la spazzole, costituite da bacchette con un pennello di fili metallici all’estremità.
Laura Mancini

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